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Ugo Guidi: la produzione giovanile e le prime opere - di Federico Giannini

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Analoghe considerazioni si potrebbero trarre analizzando una serie di disegni, risalenti anch’essi ai primi anni Quaranta, che raffigurano alcuni “studi di nudo”: si tratta di figure femminili distese, dalle proporzioni piuttosto “energiche”. Disegni da scultore quindi.
Giovane che zufola Nel 1942 Ugo Guidi partecipò al premio Gariboldi di Viareggio e lo vinse con una “Testa”, un ritratto di un giovane magro, molto realistico. Il volto è scarno, gli occhi sono socchiusi in un’espressione che non lascia trasparire lo stato d’animo, mentre i capelli sono pettinati all’indietro come voleva la moda di quegli anni. Si tratta di un’opera di elevato pregio artistico. Sempre un giovane è il soggetto dell’”Adolescente che zufola”, opera del 1945. Ritorna quindi il tema del ragazzino nudo, uno dei soggetti preferiti da Guidi in questi anni. Le fattezze sono ancora quelle del giovinetto che non si è ancora sviluppato, l’espressione è seria, mentre tra le mani compare lo strumento. Torna il basamento in marmo grezzo, già presente nel “San Giovannino” e nel “Giovinetto”, ma anche in altre opere come la “Capretta” e il “Maialino”, che risalgono a quegli anni. E parlando di animali, è doveroso citare la primissima pecora raffigurata da Guidi, scolpita in un bassorilievo del 1947. Ci sono senza alcun dubbio nettissime differenze con le pecore degli anni successivi. Questo animale è stato scolpito proprio come la “Capretta” e il “Maialino”: una scultura realistica, basti guardare le proporzioni anatomiche, il muso, i muscoli delle zampe, il collo ma soprattutto i riccioli di lana. Questi ultimi sono stati realizzati con una grandissima cura e il risultato è che l’opera comunica tutta la mansuetudine e tutta la docilità della pecora, uno degli animali preferiti da Guidi proprio per il suo carattere mite.
Pecora Sempre nel 1945, l’artista realizza anche una “Seminatrice”. Le fattezze sono quelle di una bambina: con la mano sinistra tiene la gonna all’interno dei quali porta i semi da spargere sul terreno, mentre la destra è chiusa a pugno, nell’atto di seminare.
Ragazza che semina Chiudiamo la trattazione analizzando le prime opere religiose di Ugo Guidi, che rappresentano forse quanto di più mirabile e colto realizzato dallo scultore in questi anni. Anche se Guidi fu uno scultore “contemporaneo” in tutti i sensi, e si sa quanto poco spazio trovino i soggetti religiosi nell’arte contemporanea, la sua produzione di opere religiose fu di altissimo livello e toccò soprattutto soggetti tratti dai Vangeli e dalle agiografie. La sua maestria nel rappresentare i temi sacri fu tale che ebbe anche alcune commissioni da parte di chiese che volevano abbellire il tempio con le sue opere. La prima delle opere sacre è una bellissima Madonna col Bambino in marmo realizzata nel 1947. È una scultura a bassorilievo che guarda alla tradizione tardo antica, con un occhio verso soluzioni bizantine e ravennati. La Madonna è seduta su un trono e tiene in braccio il Bambino: quest’ultimo è coperto da un’ampia tunica che ricorda le opere paleocristiane, dove il Cristo non veniva mai rappresentato nudo e i suoi particolari anatomici venivano nascosti alla vista dei cristiani. Il panneggio delle vesti e del tessuto che ricopre il trono cade verticalmente, in modo irrealistico, proprio come succedeva nell’arte medievale fino all’avvento di Cimabue. La Madonna col Bambino del 1947 è inoltre un’opera fortemente ieratica per via della solennità delle espressioni e delle pose.


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Prima fotografia: il "Giovane che zufola"
Seconda fotografia: la "pecora"
Terza fotografia: la "Seminatrice"


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