Cavallo vincitore

Ugo Guidi, La danza di Salomè (1960)


terracotta, h. 62x57x6 cm
Forte dei Marmi (LU), Museo Ugo Guidi

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Un altro episodio tra i più rappresentati nella storia dell'arte. Questa volta è tratto dai Vangeli (Marco e Matteo): Salomè, figlia di Erodiade, si trova a danzare in un banchetto davanti al patrigno Erode Antipa. Questi è talmente ammaliato dalla sua leggiadria nella danza che decide di premiarla con ciò che avrebbe voluto. Salomè, su istigazione della madre Erodiade, che odiava San Giovanni Battista perché l'aveva rimproverata per la sua condotta, chiede proprio la testa del Battista. Questa viene portata nella sala da un servo tra lo sconcerto generale di tutti gli astanti.
Guidi, riprendendo la tipica tecnica dell'arte medievale di rappresentare più scene in un'unica composizione, coglie il momento in cui Salomè balla e il momento in cui il servo porta la testa del Battista. La scena è dominata dalla giovane che balla vestita soltanto di una gonna, mentre a fianco a lei il servo porta la testa del Battista e, dietro, gli astanti osservano il tutto con espressioni di sgomento. Sulla destra una donna, presumibilmente Erodiade, assiste alla scena con aria soddisfatta.
La capacità di Ugo Guidi qua sta nel riuscire con pochi tratti a rappresentare le espressioni dei personaggi e quindi i loro stati d'animo: la concentrazione di Salomè nella danza (ma al contempo anche la felicità), la soddisfazione di Erodiade, il turbamento dei partecipanti al banchetto. Il Battista è accennato con pochissimi tratti: Guidi dimostra di non volersi soffermare troppo sul particolare più violento dell'episodio.

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